sabato 29 novembre 2008

Quando tocchi il fondo trovi sempre chi ti da volentieri un calcio sui denti



Un uomo steso sul marciapeiede, probabilmente ubriaco. A pochi passi una zingara, seduta sotto un albero, che lo fissa. Lei si alza e gli si avvicina, penso che voglia aiutarlo. Inizia a frugare in una tasca e torna a sedersi. Si rialza e fruga nell'altra tasca, poi nell'altra ancora. Prende tutto quello che trova e torna a ripararsi dal sole sotto l'albero. A due metri dall'uomo.

venerdì 14 novembre 2008

Io me ne vado da questa casa!


beh, l'ha detto anche lui, Pierre, a ben sette anni compiuti, in seguito all'ultima lite con Julien ha minacciato di andarsene di casa...

lunedì 10 novembre 2008

Corri per il verde 1° tappa

Dopo i primi 3 km blocco gambe in salita, concludo i 6km al 197° posto, in squadra 14° su 19 :-(
Ju secondo nonostante non stesse bene, ha vomitato lo jogurt dopo la gara. Tragedia Pierre, che piazzatosi 6° non va a medaglia e fa il broncio per mezza giornata.
Rosehelene conclude con calma al 101° posto.

venerdì 7 novembre 2008

Bottino pieno! Bravi bimbi!

Sabato 2 novembre, alla combinata di triathlon, per esordienti B e C erano riservati solo i 50 ed i 400 piani. Ju e Pierre hanno fatto bottino pieno aggiudicandosi entrambe le prove nelle rispettive categorie.

mercoledì 5 novembre 2008

Una chiesa in bianco in un mondo a colori

L tv è a colori da decenni
Le miss lo sono da anni
Il presidente lo è da oggi
La chiesa è rimasta in bianco e nero
Anzi in bianco e basta

Mignottocrazia

"è ammissibile o non ammissibile,
in una democrazia ipotetica,
che il capo di un governo nomini ministro
persone che hanno il solo e unico merito di averlo servito,
emozionato,
soddisfatto personalmente?
Potrebbe essere il suo giardiniere che ha ben potato le sue rose,
l'autista che lo ha ben guidato in un viaggio,
la meretrice che ha ben succhiato il suo uccello,
ma anche il padre spirituale che abbia ben salvato la sua anima,
il ciabattino che abbia ben risuolato le sue scarpe"




Tratto dal Blog di Paolo Guzzanti, poesia pura...

Viaggio in Jugoslavia - La partenza

Estate del 1990. Roberto mi chiama, contrordine, il viaggio non è annullato, si parte! L'imbarco è alle 22.00! Sono le 15.00, da Catania a Bari sono 6 ore di strada ed ancora non ho fatto le valigie.
Metto qualcosa in un borsone, salto in auto, così, come si trova e parto. Alle 21.00 sono a Bari, per fortuna trovo subito la strada per Piazza Garibaldi. Roberto e Michele mi aspettano sotto casa, li carico al volo e ci avviamo di corsa verso il porto, manca solo mezz'ora, mi fiondo all'interno degli imbarchi internazionali ... già, peccato che si tratta della dogana. Esce dal cabinotto un militare che probabilmente sonnecchiava fino ad un attimo prima. E' infuriato ed ha il mitra spianato, corre verso di noi urlando che non abbiamo rispettato l'alt della dogana e ci giura che non partiremo mai.
Inizia col chiedermi di chi è l'auto - di mia madre - rispondo, - bene, visto che l'auto non è sua mi esibisca l'autorizzazione del proprietario all'espatrio - Per fortuna, già, perchè se mi avesse chiesto un documento più banale, come il libretto o la carta verde, non li avrei avuti comunque, nella fretta li avevo dimenticati a casa. Miracolosamente appare la madre di Roberto, ci aveva seguiti per accertarsi che andasse tutto bene, prende con le buone il militare che rientra dalle intenzioni bellicose e che finisce per non fare neppure i controlli di routine.
Ci imbarchiamo, vaghiamo per la nave, ceniamo con un piatto di spaghetti incollati con del ketchup sopra, immangiabili. La mattina presto familiarizziamo con Zoran, un ragazzo slavo, ha comprato delle scarpe al mercato di Bari e le porta in Jugoslavia per rivenderle, ci chiede di portarne due paia a testa, altrimenti gli farebbero pagare le tasse. Accettiamo.
Allo sbarco, i militari creano due file, una per gli italiani, una per gli Jugoslavi, quest'ultimi verranno esaminati più attentamente.
Zoran viene in auto con noi sperando di passare inosservato. Ci chiedono se siamo tutti italiani, non possiamo mentire, rischieremmo troppo. A quel punto ci fanno scendere tutti e controllano all'interno di tutti i borsoni. Il militare capisce subito di chi sono le scarpe, le sequestrano e portano via Zoran, a noi non dicono niente. Dopo 15 minuti torna Zoran, avevamo temuto il peggio, ci racconta che il doganiere gli ha chiesto 50 mila lire "fuori busta" per chiudere la faccenda. Risale in auto con noi e facciamo un pezzo di strada assieme.
A Bar il panorama è desolante, entriamo in un supermercato per fare qualche piccola scorta, negli scaffali c'è pochissima roba. Risaliamo versonord e ci fermiamo a Budva.

lunedì 3 novembre 2008

ANC Stories - La festa

Milano estate del 1994. John e Max venerdì non saranno in ufficio, decidiamo di organizzare una bella festa di fine settimana. Scorte imponenti di Moretti Rossa ed un piatto palestinese affidato a Mohammed. Dopo aver fatto la spesa carichiamo Fabrizio sul carrello dell'esselunga, Mohammed ha il mantello ed il casco del figlio, io e Norman corriamo spingendo il carrello intorno allo stabile di via Domenichino. Inizia la festa, birra a fiumi con i Doors in sottofondo, Norman balla sulla scrivania di Max ...

Corri al massimo per Irene

Ieri una 5k campestre a Villa Pamphili, ho corso con Ju, abbiamo chiuso in 26'20".

venerdì 31 ottobre 2008

Il Gioco

Un gioco perfettamente equo, basato solo sulla fortuna, nel lungo termine porta al pareggio tra entrate ed uscite (legge dei grandi numeri: http://it.wikipedia.org/wiki/Legge_dei_grandi_numeri).
Purtroppo il gioco equo non esiste se non in famiglia, dove non ci sono trattenute dal montepremi per le spese organizzative.
Quindi ogni gioco porta, nel lungo termine, alla perdita certa.
Il "costo" del gioco è dato dalla percentuale trattenuta dall'organizzatore.
Uno dei giochi più onesti è la roulette, dove ad esclusione della puntata su un numero secco, il costo della puntata è di 1/37 della stessa, quindi circa il 3% del volume di gioco.
Ma si può arrivare a trattenere oltre il 60%. Un esempio? Il superenalotto. Paradossalmente vincere un milione di euro puntando una cifra x, ripetutamente al raddoppio è tre volte più probabile che vincere un milione di euro giocando al superenalotto.

In realtà, sebbene oltremodo "costosi", ci sono comunque dei punti a favore dei giochi statali:
1) Meglio arricchire le casse dello stato che non quelle del crimine organizato.
2) Quel 60% di trattenuta può essere considerata una tassa sul sogno, il fatto che sia più facile essere colpiti da un fulmine che fare 6 non viene percepito da molti, così milioni di persone con un solo euro sono autorizzate a sognare ...
3) La rete di gioco da lavoro a molte persone

Per contro avrei da fare un unico ma enorme appunto: è provato che a lungo termine il gioco crea dipendenza. Quindi lo stato dovrebbe cercare di guarire i suoi cittadini malati e non aggravare la loro condizione. Dovrebbe pubblicizzare negativamente il gioco, un po' come per le sigarette, la droga e l'alcool. Invece si sprecano le pubblicità che vendono sogni milionari... In sintesi, lo stato attinge fondi dai malati, spingendoli ad ammalarsi ulteriormente per attingerne degli altri...

martedì 28 ottobre 2008

Foto

"Insignificante frammento di realtà
Estrapolata
Ruotata alla ricerca di geometrie e colori
Catturata da un click

Tutto il mondo resta fuori
E' lei
Protagonista assoluta
Di una piccola bugia"

lunedì 27 ottobre 2008

Se tu esistessi

Se tu esistessi, se t'incontrassi
Avrei tante domande per te

Ti chiederei perchè hai aspettato tanto per farti vivo,
e tutti quelli prima di tuo figlio?
Non ne sapevano niente,
sia i colpevoli che gli innocenti,
ma tutti senza sacramenti.
Cosa hai fatto di loro?
Un indulto celeste, o tutti al rogo eterno?

Ti chiederei perché ammetti le guerre in nome tuo
Perché non geli la lingua velenosa
di chi ti dichiara mandante dei suoi crimini,
perché?

Ma davvero ci ascolti tutti?
Forse siamo troppi, non so se ce la fai
Allora ascolta almeno i bambini che urlano
tra le grinfie di orchi malvagi
talvolta travestiti con la tua divisa

domenica 26 ottobre 2008

10k - Buona la prima

Corri alla garbatella, si chiama così la 10 km di stamattina, la mia prima 10 km. Alla partenza mi guardo intorno: tutti in canotta tecnica, facce toste, magri come chiodi, oddio, oggi mi devono aspettare per chiudere la gara, è già tanto se arrivo. I primi 5 km passano lisci, riesco pure a godermi gli scorci di questo quartiere spettacolare. Al sesto km le prime lucine, poi inizio ad incontrare i santi del calendario, uno dopo l'altro. Alla fine è andata bene, metà degli incanottati sono stati castigati. Chiudo in 54'30". Buona la prima.

venerdì 24 ottobre 2008